Marcello Soleri
Marcello Soleri, classe 1882, avvocato cuneese, fu figura di spicco nella politica cittadina e nazionale negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale. Già Sindaco di Cuneo all'età di 30 anni, divenne deputato nel 1913 e si schierò a favore della politica liberale di Giolitti. Durante il suo breve mandato a Cuneo, firmò la convenzione con le ferrovie per la costruzione della nuova stazione ferroviaria sull'altipiano e per il nuovo piano regolatore.
Soleri, contrario all'ingresso in guerra dell'Italia, si dimostrò comunque aperto a un dibattito in merito e quando il Paese prese parte al conflitto si offrì volontario per partire per il fronte. Tornato dalla guerra, ricevette la Medaglia al Valore Militare e denunciò alla Camera errori e insufficienze dei comandanti militari nel corso del conflitto bellico.
Durante il governo Bonomi, Soleri ottenne la carica di Ministro delle Finanze, per poi ricoprire l'incarico cruciale di Ministro della guerra sotto il governo di Luigi Facta. In questo ruolo cercò in tutti i modi di fermare la marcia su Roma, organizzata da Mussolini nel 1922, ma il Re rifiutò di firmare il decreto sullo stato d'assedio da lui presentato.
Dopo il delitto Matteotti, con cui Mussolini rivelò il volto violento della sua politica, nel 1924 Soleri rifiutò di aderire alla secessione dell'Aventino, preferendo continuare la sua lotta contro il regime fascista dall'interno del Parlamento. Intervenne più volte alla Camera per esprimere le sue idee antifasciste con discorsi durissimi.
Terminato l'incarico di deputato, tornò a Cuneo, dove riprese la sua carriera di avvocato. Nel 1943, in un momento cruciale per la storia dell'Italia, il Re lo invitò al Quirinale per un colloquio e Soleri espose le sue idee antifasciste. Subito dopo la deposizione di Mussolini, il 25 luglio 1943, dal balcone del suo studio di Piazza Galimberti 2, Soleri esortava la popolazione a mantenere la calma in un momento tanto difficile per la città e il Paese; poco dopo, nella stessa piazza, tenne il suo celebre discorso Duccio Galimberti. Il momento era estremamente pericoloso e Soleri e Galimberti, entrambi politici di spicco, con i loro rispettivi inviti alla calma e all'azione, si assunsero, pur nella diversità di vedute, la responsabilità di essere una guida per la città allo sbando.
Soleri incontrò successivamente Galimberti e altri antifascisti; nell'ottobre 1943, si rifugiò a Roma, dove prese parte all'attività del Comitato di Liberazione Nazionale, che stava organizzando il coordinamento delle azioni di Resistenza.
Dopo il rientro a Roma di Badoglio e del Re, fu Ministro del Tesoro dal giugno 1944 al 1945. Morì di malattia nel 1945 e la città gli tributò solenni funerali. A lui, alla sua opera di politico e pensatore, Cuneo ha dedicato alcuni tra i suoi edifici più importanti, come il Viadotto Soleri e l'intitolazione della strada sulla quale si affaccia l'Istituto Comprensivo di Cuneo Corso Soleri.