La Sinagoga
La Sinagoga, chiamata anche “Scola” dagli Ebrei, era il luogo di adunanza e di preghiera della comunità. Un tempo, era collocata in una delle abitazioni degli Ebrei benestanti, messa a disposizione per l’uso comunitario dei riti e delle preghiere.
Il locale, inizialmente, poteva essere raggiunto da tutte le abitazioni del ghetto, ma non doveva essere visibile all’esterno. La Sinagoga era affacciata su un ampio cortile, raggiungibile attraverso una rampa di scale che portava alla scuola e al matroneo, cioè alla diversa sala che veniva utilizzata dalle donne per assistere alla funzione.
Il forno per la cottura delle azzime e il locale per il bagno rituale si trovavano nel seminterrato.
Nell’ammezzato, vi è un’aula scolastica; mentre in Italia erano ancora molto diffusi l’ignoranza e l’analfabetismo, gli Ebrei provvedevano in questi luoghi a istruire i bambini, insegnando loro a leggere l’ebraico e l’italiano.
La Sala di Preghiera, riservata agli uomini (i maschi dai 13 anni in su) dispone di 80 posti a sedere e di altrettanti leggii.
Tutte le Sinagoghe sono orientate nello stesso modo: l’Arca Santa è rivolta verso Gerusalemme, come l’armadio contenente i rotoli manoscritti della Legge (i “Sefer Torah”). L’armadio presenta in alto le due tavole della Legge del Decalogo. Davanti, si trovano la “tevah” (cattedra da cui si legge la Torah), la balaustra e la “menorah” (il candelabro sacro a sette bracci).
A destra dell’Arca vi è il seggio ligneo del Rabbino; sulla parete sinistra, si trova la porta che conduce al suo studiolo. Sempre sulla sinistra, sotto il pulpito, è stata murata la palla di cannone che ha colpito la Sinagoga, lanciata il 7 novembre del 1799 dagli Austro-Russi durante l’assedio alla città.
Sul soffitto della sala ci sono tre lampadari; uno di questi è in bronzo dorato, mentre le pareti sono affrescate con rosette e iscrizioni in ebraico.
Lungo la scala di accesso al Tempio si trovano varie lapidi, a ricordo degli Ebrei vissuti in Cuneo, tra cui Lelio Della Torre, Lea Cassin, Emanuel Cassin, David Vita Lattes.
La facciata dell’edificio risale alla risistemazione conclusa nel 1884, dopo l’emancipazione degli Ebrei stabilita nello Statuto Albertino. La struttura esterna presenta due lesene laterali e capitelli in stile corinzio. Nella parte alta compare un verso del libro dell’Esodo in ebraico, che recita: “Mi farete un santuario, e io abiterò in mezzo a voi”. Completano l’esterno due porte in legno, sormontate da due finestre e, sopra ancora, da altre tre.
Nel pian terreno è stata realizzata nel 2015 la Biblioteca e Centro Studi sugli Ebrei in Piemonte “Davide Cavaglion”.