Lapide Quattro Martiri
La lapide, situata sotto i portici di Via Roma, all'imbocco di Vicolo quattro martiri, ex Vicolo Barra di Ferro, ricorda la tragica morte di Dario Azzalin, Francesco Racca, Alberto Cavallera e Andrea Micheletti, giovani che diedero la loro vita per la liberazione della città dalle truppe naziste.
Azzalin, Racca e Cavallera appartenevano alle Squadre di azione Patriottica (SAP), il cui nucleo centrale nacque nel palazzo Barra di Ferro, sito nell'edificio che si affaccia sul vicolo omonimo.
Dario Azzalin, che sin da giovanissimo lavorava in officina, era rimasto mutilato del braccio sinistro e menomato della mano destra a causa di un incidente sul lavoro. I genitori decisero di mandarlo in un istituto ortopedico di Milano, dove imparò a servirsi alla perfezione della protesi sinistra e della mano destra menomata. Successivamente, riprese gli studi, diplomandosi come operatore meccanico, titolo grazie al quale venne assunto nelle officine Breda, dove divenne antifascista e partecipò agli scioperi del 1943. La sua posizione, diventata troppo rischiosa, lo portò a ritornare a Cuneo. Nella sua città ritrovò i vecchi amici, tra cui Claudio Biancani, responsabile del Partito Comunista, che gli affidò la responsabilità di formare e guidare la SAP giovanile di Cuneo.
Azzalin agì sempre con estrema semplicità e in modo molto efficace, avvicinando alla Sap i vecchi amici d'infanzia, i ragazzi del vicolo, tra cui Alberto Cavallera e Francesco Racca.
Azzalin e Racca morirono colpiti dal proiettile di un mortaio tedesco mentre si trovavano, insieme ad altri giovani, sul marciapiede di corso Nizza n. 20, dove è stata collocata una lapide in loro ricordo.
Alberto Cavallera, dopo la liberazione, si arruolò nella polizia del popolo. Perse la vita il 12 giugno 1945, ferito mortalmente durante un posto di blocco alla stazione di Porta Nuova a Torino da due uomini appartenenti alle SS italiane.
Andrea Micheletti, nome di battaglia "Tarzan", era un partigiano nella Brigata Val Corsaglia della III Divisione Autonoma Alpi. Nella sua vita si distinse per numerose azioni, motivo per cui ottenne la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Venne fucilato il 24 marzo 1945 a Roccarosa Sant'Anna, nel Comune di Chiusa Pesio.