Luoghi di detenzione durante il Fascismo - UPI

L'UPI (Ufficio Politico Investigativo della Repubblica di Salò) di Cuneo aveva sede nel palazzo sito all'angolo tra Corso IV Novembre e via XXVIII Aprile.
L'edificio, oggi sede della Confartigianato, negli anni 1943-1945 fu centro operativo di repressione e detenzione degli antifascisti.
Gli Uffici Politici Investigativi erano degli organismi di polizia, istituiti con Regio Decreto del 6 novembre 1926, nati per difendere l'ordine nazionale dello Stato. A partire dal 1943, essi vennero riorganizzati: i nuovi uffici non si limitavano a compiere indagini, accertamenti, arresti, denunce, ma divennero uno strumento per instaurare un controllo continuo del territorio.
Uno dei compiti dell'UPI era quello di sorvegliare la condotta dei Cuneesi, attraverso una rete di delatori e applicando senza scrupoli la detenzione illegale dei sospettati, la tortura, l'assassinio, la fucilazione, la deportazione in Germania, la rappresaglia sanguinosa sulla popolazione. Obiettivo fondamentale era quello di far parlare gli arrestati e ottenere delle rivelazioni per scovare e punire gli antifascisti e i partigiani attivi sul territorio. All'interno dell'edificio, costruito negli anni venti del Novecento, furono apportate delle modifiche: tutte le cantine furono trasformate in celle dove erano detenuti gli arrestati prima di essere sottoposti agli interrogatori, che si svolgevano al piano superiore.
In questi luoghi, donne e uomini subirono violenze e torture di ogni tipo; era evidente la volontà di umiliare e fare a pezzi la dignità delle vittime. Non mancarono esempi di violenza gratuita esercitata metodicamente e senza tregua.
Durante gli interrogatori si ricorreva a metodi brutali, legature ai polsi e alle mani, atti terribili come la costrizione a bere del petrolio o a fare delle docce di acqua gelata.
Nel Palazzo dell'UPI di Cuneo, venne trattenuto anche Duccio Galimberti, la notte tra il 2 e 3 dicembre 1944; qui Galimberti fu interrogato e torturato prima di essere condotto a Tetto Croce, dove fu assassinato.
A Cuneo, tra i luoghi di tortura attivi durante il periodo della seconda guerra mondiale, non vi erano solo le prigioni dell'UPI; anche le cantine della scuola elementare di Via XX Settembre erano adibite a caserma e prigione.